Sulle origini di Salerno mancano notizie precise. L’origine di “Salernum” potrebbe essere ricondotta ad una colonia greca ed il suo nome sembra derivi da “Salum” (mare) ed “Irnum”. Proprio dove oggi è edificato il centro storico di Salerno era ubicato il “Foro”, con precisione nell’attuale Piazza Abate Conforti, sede del “Decumano”, collegato con il mare da quella che oggi chiamiamo Via Botteghelle. Nel 216 a.C., a differenza di altre città campane, Salerno si schierò al fianco dei romani per combattere, nella 2^ guerra punica, i cartaginesi; tale valorosa alleanza fu premiata dai vittoriosi romani che attribuirono a Salerno lo status di colonia cittadina romana ed il titolo “Ordus Populusque Salernitanus”. La giurisdizione salernitana si estese oltre i confini campani, fino a Reggio a sud e fino allo Ionio, in Puglia. Nel 644 d.C., durante le invasioni barbariche, Salerno fu occupata dai Longobardi che le riconobbero però piena dignità e lasciarono intatte le più importanti istituzioni, tra cui la antichissima “Scuola Medica”. Nel 762 Salerno divenne Principato, retto dal Duca di Benevento, Arechi II, che fu incoronato Principe di Salerno. Il Principato durò oltre 750 anni. Intorno alla metà dell’ 800 la provincia di Salerno era divisa in 5 “gastaldati”: Salerno –
Periodo pre-
Il territorio di Salerno è stato abitato senza dubbio sin dalla preistoria, ma è dal IX –
Questo primo nucleo rappresentava un importante avamposto strategico-
Periodo Romano
Con l’avanzata dei Romani nell’Italia meridionale Irna perse importanza mentre nacque ai piedi della collina Bonadies la cittadina di Salernum, che si sviluppava intorno ad un castrum romano (una fortificazione).
Nel 197 a.C. l’insediamento si espanse quando venne dedotta una colonia su proposta del tribuno Caio Atinio. Ascritta alla tribù Menenia, essa era popolata da coloni Romani che avevano il ruolo primario di presidiare la regione e controllare le popolazioni che, al contrario di Salerno, erano state favorevoli ad Annibale. Con il tempo, la sua funzione militare cedette il passo a quella commerciale. La città era attraversata dalla via Popilia, che collegava Roma alla Lucania e a Reggio, e di conseguenza divenne un nodo cruciale per i traffici da e per l’Italia meridionale. I ritrovamenti archeologici, benché frammentari, fanno pensare a una città florida e vivace. Durante l’impero di Diocleziano era il centro amministrativo (sede dei correctores), insieme a Reggio, della provincia della Lucania e del Bruzio. Il decumano maggiore era l’attuale via Tasso, mentre il foro era situato nell’odierna piazza Conforti; nella stessa piazza la chiesa dell’Addolorata è stata eretta sui resti del tempio capitolino. Non molto distante, il palazzo arcivescovile è chiaramente ricavato su un preesistente tempio pagano (dedicato probabilmente a Pomona), data la presenza di colonne di spoglio sul perimetro esterno.Con le invasioni barbariche e la guerra greco-
Periodo Longobardo
Salerno restò bizantina fino al VI secolo. Dopo una lunga lotta tra Bizantini e Longobardi, nel 646 d.C. la città cadde in mano a questi ultimi come parte del Ducato di Benevento.Il Principato di Salerno intorno al Mille raggiungeva il mar Ionio ed includeva tutta l’attuale Basilicata Con l’avvento dei Longobardi cominciò per la città il periodo più ricco della sua storia, un periodo che sarebbe durato più di cinque secoli, in un acme di splendore e fama mai più raggiunto in seguito. Nel 774 il principe di Benevento Arechi II decise di trasferire la sua corte a Salerno. La città acquistò importanza e vennero fatte costruire numerose opere tra cui la sontuosa reggia della quale rimangono tracce sparse nel centro storico più l’intera Cappella Palatina (Chiesa di San Pietro a Corte). Nel 839 il principato di Salerno divenne indipendente da Benevento, venendo così a comprendere i territori del Principato di Capua, la Calabria settentrionale e la Puglia fino a Taranto.Il principe Guaimario IV, nella prima metà dell’anno 1000, annesse anche Amalfi, Sorrento, Gaeta ed il Ducato di Puglia e Calabria, cominciando così ad accarezzare il sogno di riunire tutta l’Italia meridionale.
Opulenta Salernum fu la dizione coniata sulle monete che erano battute dalla città per i suoi traffici nel X e XI secolo, a testimonianza del momento di particolare splendore.Il principato tuttavia era scosso dalle continue incursioni dei Saraceni e dalle lotte interne per il potere. In uno di questi complotti, nel 1052, Guaimario venne assassinato. Gli successe il figlio, Gisulfo II, ma il dominio Longobardo sul meridione era ormai avviato al termine.
Periodo Svevo
I Salernitani si dimostrarono immediatamente ostili agli Svevi: sequestrarono letteralmente l’erede normanna Costanza D’Altavilla per impedire che andasse in sposa al figlio del Barbarossa, Enrico VI. Questi, divenuto imperatore e sceso in Italia per rivendicare il trono della moglie, ricambiò l’affronto saccheggiando e distruggendo la città nel 1194.Le cose non andarono meglio con il figlio, Federico II, che emanò diversi editti che relegarono Salerno a un ruolo di secondo piano. In particolare la Scuola Medica perse parte della sua importanza con la fondazione dell’Università a Napoli, anche se nelle Costituzioni Melfitane Federico riconobbe alla Scuola l’autorità esclusiva di rilasciare le lauree in medicina.Durante il regno di Manfredi furono iniziati i lavori di sistemazione del porto, fortemente richiesto dai Salernitani. A testimonianza di ciò, ancora oggi il molo più antico dello scalo porta il nome del principe Svevo.
I Sanseverino
A partire dal XIV secolo la città di Salerno e gran parte dell’attuale sua provincia divennero dominio dei principi di Sanseverino, una potente famiglia feudale che ebbe molta influenza sulle le sorti del Regno di Napoli per gran parte del Rinascimento.
Salerno nel 1600
Nel XV secolo la città fu teatro di scontro tra le case reali degli Angioini e degli Aragonesi, con cui i signori locali si allearono alternativamente.Il XVI secolo fu un secolo funesto per la città. Già durante la prima metà l’ultimo discendente dei Sanseverino (Ferrante Sanseverino, contrario all’Inquisizione) entrò in conflitto con i governanti spagnoli, portando alla rovina l’intera famiglia. La loro caduta si ripercosse anche sulle popolazioni, poiché i loro beni furono confiscati, suddivisi e quindi donati o venduti a numerosi signori, segnando l’inizio di un lungo periodo di decadenza per la città di Salerno.Nel 1647, parallelamente alla rivolta napoletana capeggiata da Masaniello, scoppiò a Salerno un moto popolare capeggiato dal pescinvendolo Ippolito di Pastina. La rivolta nacque come reazione alla miseria dovuta alla frammentazione del potere locale seguito alla caduta dei Sanseverino e all’indiscriminato aumento delle tasse da parte degli spagnoli. Come se non bastasse, nel 1656 la popolazione fu colpita da un’epidemia di peste che la decimò e quando la città stava ancora faticosamente riprendendosi subì un violentissimo terremoto il 5 giugno 1688, seguito da un altro nel 1694.Occorsero decenni a Salerno per risollevarsi da questi eventi funesti. Ai primi del settecento Salerno era ridotta ad un piccolo abitato di poche migliaia di abitanti.Solo nella seconda metà del settecento, dopo la fine dell’impero spagnolo, iniziò la lenta rinascita della città, che fu abbellita da alcuni palazzi e chiese.
Salerno durante il Risorgimento
La maggioranza della popolazione di Salerno abbracciò entusiasticamente le idee risorgimentali, secondo lo storico Seton-
L’industrializzazione nell’ottocento
Nell’ottocento nacquero a Salerno le prime industrie, per lo più a capitale straniero: nel 1830 sorse nella zona di Fratte una filanda ad opera della società svizzera Züblin Vonwiller, presto affiancata dagli stabilimenti di tessitura e tintura della società Schlaepfer-
Lo sbarco Alleato
Dal giugno al settembre del 1943 la città fu tempestata dai bombardamenti anglo-
Le battaglie durarono per più di una settimana, con enormi perdite anche tra i civili. Furono completamente distrutti 15.000 vani e quasi un quarto dei fabbricati industriali di Salerno. Oltre l’ottanta per cento degli immobili di Salerno furono danneggiati dai combattimenti.
Salerno Capitale d’Italia
Nei mesi successivi, dal 10 febbraio al 15 luglio 1944 Salerno fu Capitale d’Italia. All’inizio del 1944 l’Italia da Monte Cassino in su era ancora occupata dai tedeschi e in questo contesto la città di Salerno fu scelta per ospitare i primi governi del dopoguerra. Questi esecutivi di unità nazionale avvennero in seguito alla cosiddetta “svolta di Salerno” con cui i comunisti, guidati da Togliatti, misero da parte le loro avversità nei confronti della monarchia per costituire –